Poi torni a galla e pigli una boccata d’aria ma proprio in quel momento parte quella canzone del cazzo e porcacciatroia riborda sotto il pelo dell’acqua nera e rossa e viola come il vino rosso che è nero e che viola. Guardi da una parte e guardi dall’altra, che nemmeno avessi da attraverso una tangenziale a mille milioni di corsie, ma quello che vedi sono solo cazzo di ombre che si muovono in modo disarmonico e cazzo, tu li odi i movimenti disarmonici, tu odi tutto ciò che è disarmonico. Forse perché non c’è un cazzo ora, in questo momento, di più disarmonico di te. Niente è armonia in te. Niente. Un cazzo. E’ tutto subbuglio e silenzio, subbuglio e silenzio. Un cazzo. Ecco cosa. Un cazzo. Cosa pensavi, che ti avrebbe detto di sì? Che ti avrebbe detto: eccomi, ti aspettavo, cazzo, menomale che sei arrivato tu? No amico mio, levatelo da quella tua testaccia dura, toglitelo da quella testaccia di cazzo che ti ritrovi. Mollami, mollami proprio, mollami. Non stringere le mani, Scimmia, non cercare gli abbracci, Scimmia, perché quello che succede non è che loro ti salvano, Scimmia, quello che succede è che li tiri sotto, sotto, laggiù nell’abisso, ce li porti di peso, ce li tiri di forza perché loro non lo sanno, Scimmia, loro che cazzo ne sanno, Scimmia, loro si fidano e ridono e sognano mentre tu sei lì come un coccodrillo del cazzo in attesa dell’onda che non passa mai. Eccotela la verità, eccola la verità. E tu non ci puoi fare un cazzo, amico mio. Continua pure a fare sogni e poi a colorarli e poi a raccontarli, non ti accorgi che spari nel vuoto? Non ti accorgi che a nessuno importa un cazzo? Non ti accorgi che a te non importa un cazzo? Non ti accorgi che quello che stai facendo ti sta uccidendo? Smettila. Smettila. Smettila di disegnare. Smettila di scrivere. Smettila di parlare. Smettila di sognare. Smettila di raccontarti storie. Non sei diventato un eroe. Non sei mai stato un eroe. Sei uno come tanti. Sei uno peggio di tanti. Sei uno che non ha né capo né coda. Sei uno che non storie. Che non ha senso. Che non deve parlare, che non deve guardare, che non deve cantare, che non deve fare nient’altro che mettersi laggiù in fondo e stare buono, zitto, muto, quieto, non alzare la testa, stai fermo. Non devi tirare i sogni contro le pareti perché tanto quei sogni son fatti di niente. Son fatti di aria. Che se li tiri nemmeno ci arrivano alla parete. Illusioni del cazzo. Fanculo.