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Pubblicato: 02/29/2016 in Uncategorized

Si è così intestardito. Si è così appeso. Si è così lasciato prendere. Cristo, tutte le volte che si è detto: non importa, che importa, cazzo vuoi che importi. Forse, all’inizio, voleva solo convincere se stesso. Così, per andare avanti qualche altra ora, o secolo, o vita: ancora non aveva deciso. Forse, all’inizio non aveva trovato altre difese da opporre. Ma mentre pensava di lasciarsi scivolare tutto addosso, quello che stava succedendo riguardava mura alte come montagne nere. Di quelle che proiettano ombre su ombre. Di quelle che inghiottono tutto, tutto quanto, rendendo tutto, tutto quanto, una di quelle notti così buie da perdere sogni, speranze, desideri, condizionali. Ma a lui non importava un cazzo, s’è detto: zero, niente di niente. E si è cullato così a lungo in questa nenia disarmante da non accorgersi che poi, dopo, ora, quel nulla ha avvolto tutto di polvere spessa, inutile, senza rabbia né rimorsi, senza sorrisi né passi avanti. La sua sicurezza è diventata un acquitrino nauseabondo dove le cose che succedono succedono sempre qualche metro più in là: era quello che volevi, è quello che hai, ma ciò non cambia il nome della morte.

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